gravidanza

Negli ultimi anni è sempre più evidente l’importanza di avere una corretta alimentazione non solo per garantire il benessere e lo stato di salute dell’individuo, ma anche per prevenire o trattare varie condizioni fisiologiche e patologiche.

La gravidanza è una delicata condizione di salute della donna che può essere fortemente influenzata dall’alimentazione adottata fin dall’adolescenza.

Le cause di infertilità nell’epoca moderna sono svariate: possono essere di tipo anatomico-strutturale, endocrino o dovute ad uno stile di vita non adatto alla procreazione fatto di eccessivo consumo di alcolici, caffeina o medicinali.

Alcune patologie (endometriosi, artrite reumatoide, patologie autoimmuni…) possono interferire in modo importante con la fertilità femminile e spesso sono addirittura incompatibili con la ricerca di una gravidanza naturale tanto che la coppia si trova a dover intraprendere un percorso di PMA.

Tutti gli aspetti relativi all’infertilità di coppia e alle possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita sono trattati e approfonditi all’interno del blog EccomiMamma.it, una community dove specialisti e donne si confrontano su tutti i temi inerenti la gravidanza.

Ma ora proviamo a fare chiarezza tra tutte le informazioni trovate sul web che affollano la nostra mente dopo aver visto le due fatidiche lineette sul nostro test di gravidanza.

La dieta in gravidanza

È vero che ora devo mangiare per due?

Davvero devo rinunciare al sushi per 9 mesi?

Se non soddisfo questa improvvisa voglia di cioccolato il mio bambino nascerà con una voglia sulla pelle?

Innanzitutto, dobbiamo dire che è vero che la mamma in gravidanza deve mangiare di più, ma questo non significa dover mangiare effettivamente per due persone. Il surplus calorico non deve essere eccessivo mentre la qualità dell’alimentazione influenzerà sia la crescita del feto, ma anche l’assetto metabolico del bambino e la sua predisposizione a sviluppare in età adulta patologie come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia o sindrome metabolica.

La dieta di una donna in gravidanza necessita sicuramente di un buon apporto di carboidrati, andando a preferire quelli complessi da pane, pasta, riso e patate ed evitando quelli semplici provenienti da zuccheri, in particolar modo quelli aggiunti ai cibi industriali.

La frutta e la verdura sono consigliate, ma devono essere preferite quelle di stagione e soprattutto devono essere lavate accuratamente per evitare il rischio di contaminazioni batteriche.

Le proteine sono fondamentali per lo sviluppo del feto durante i nove mesi, tant’è che il fabbisogno di questo macronutriente cresce col passare delle settimane.

Cibi ricchi di proteine e consigliati per le future mamme sono le carni, preferibilmente magre e ben cotte; il pesce, in particolar modo quello azzurro; i legumi, le uova e i formaggi magri come ricotta, crescenza e robiola o ancora latte e yogurt.

Spesso la nausea tipica dei primi mesi porta ad un’inappetenza e talvolta anche ad un rifiuto verso le principali fonti proteiche.

Generalmente la carne è meglio tollerata in forma di ragù o in forma di preparazioni morbide come scaloppine o spezzatino di carne magra a lunga cottura, mentre di solito non c’è rifiuto nei confronti dei latticini, quindi via libera a piccole porzioni di parmigiano, yogurt o ricotta.

Anche tra le fonti principalmente di carboidrati è possibile effettuare delle scelte che apportino un piccolo contributo proteico, ad esempio i fiocchi d’avena a colazione o quella frutta secca con un quantitativo di proteine superiore come i pinoli.

In quelle pazienti che proprio non tollerano alcun tipo di proteine, si può valutare in accordo con la ginecologa l’integrazione con proteine in polvere o aminoacidi essenziali, soprattutto per quelle donne che soffrono di iperemesi e che tendono a perdere peso.

Per quanto riguarda i grassi, questi sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo del bambino.

Le fonti alimentari da preferire sono l’olio extravergine d’oliva, l’avocado, la frutta secca, Il tuorlo dell’uovo e Il pesce grasso.

È importante, infine, mantenere una corretta idratazione anche in gravidanza, assicurandosi di bere almeno 2 litri d’acqua al giorno e limitando invece il consumo di caffeina (inclusa quella contenuta nel the e nel cioccolato).

Tassativamente vietate le bevande alcoliche.

Gli alimenti sconsigliati in gravidanza sono tutti quelli che presentano un alto rischio di contaminazione batterica che in gravidanza sono particolarmente pericolose perché possono superare la barriera placentare e causare dei danni al feto, come nel caso della toxoplasmosi.

I cibi a rischio sono quindi tutti quelli che non sono stati trattati con temperature adeguate, in grado di inattivare questi batteri, ad esempio latte crudo, formaggi a pasta molle o con muffe come il gorgonzola; carne cruda come gli affettati o altri prodotti crudi quali le insalate in busta del supermercato e le preparazioni a base di uova non pastorizzate (maionese, zabaione).

Sono da evitare anche i pesci ad alta concentrazione di metilmercurio o pesce oceanico di grandi dimensioni come il tonno o il pesce spada.

Ridurre la nausea in gravidanza

Ora che abbiamo raccolto tutti questi utili consigli, cosa possiamo fare però quando sopraggiungono quelle terribili nausee che non ci danno tregua e non ci permettono di entrare neanche in cucina?

Innanzitutto, sarebbe utile evitare in generale tutti quegli odori forti, che possono provenire anche da profumi o detersivi che, soprattutto di prima mattina, possono aumentare i nostri sintomi.

Inoltre, se possibile cercare di mangiare in una stanza diversa da quella in cui si cucina o in alternativa aprire subito le finestre per far fuoriuscire gli odori.

Per le nausee e l’iperemesi è consigliato frazionare i pasti durante la giornata e andare a ricercare cibi secchi (pane, grissini, fette biscottate).

L’introduzione di piccoli pasti più frequenti permette anche di ridurre il tempo di digiuno, diminuendo in questo la sintomatologia e mitigando il senso di nausea.

Anche l’eccesso di acqua ai pasti aumenta le nausee, perciò sarebbe meglio bere spesso, ma piccoli sorsi durante l’arco della giornata e soprattutto cercare di non coricarsi subito dopo aver mangiato.

Anche fare una blanda attività fisica prima del pasto, ad esempio una passeggiata, può incentivare l’appetito e quindi diminuire la nausea.

Ricordiamo che tutte queste riportate sono indicazioni generali, consigliamo sempre di non affidarsi al fai da te, ma di rivolgersi ad uno specialista dell’alimentazione, al proprio ginecologo o medico di riferimento che saprà cosa è meglio per Te e per il tuo bambino.