Rocco Russo, coordinatore del Tavolo Tecnico Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (Sip), ha parlato del vaccino per l’epatite B e di alcuni aspetti che sono emersi dopo aver analizzato i dati degli ultimi decenni.

Più in particolare, prevenendo il virus HBV ci sono risvolti benefici anche nella lotta al tumore al fegato che, non a caso, è una conseguenza diretta dell’epatite cronica. Vale la pena ricordare che il vaccino per l’Epatite B è compreso nell’esavalente obbligatorio per tutti i neonati, ma Russo tiene a sottolineare: “Il vaccino protegge indirettamente anche da diverse complicanze che possono sorgere in caso d’infezione: cirrosi e epatocarcinoma su tutti. Per contro, gli effetti collaterali sono decisamente lievi, come febbre o arrossamento del punto dove viene iniettato il vaccino. Insomma, nulla a che vedere coi rischi che deriverebbero dall’infezione”.

Nel 2017 i casi di epatite B sono stati solo 227, per una media di 0,6 ogni 100mila abitanti contro i 14 casi all’anno ogni 100mila abitanti nei primi anni ’80.